Ten. Marco PITTONI M.O.V.M.
Il Tenente Marco Pittoni, nacque a Sondrio il 30 settembre del 1975. Visse in Sardegna, a Giba, finché non si arruolò nei Carabinieri nel 1997. Quale Maresciallo fu destinato in Piemonte come istruttore alla scuola allievi Carabinieri di Fossano. Dopo alcuni anni di impiego operativo frequentò il corso ruolo speciale alla Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, al termine del quale fu nominato sottotenente.
Nel 2007 assunse il comando della Tenenza dei Carabinieri di Pagani (Salerno).
La tragedia: intorno alle 9.30 di venerdì 06 giugno 2008, l'ufficiale dei Carabinieri era dentro l'ufficio postale e per questioni di lavoro stava parlando con il direttore (era in borghese anche se in servizio). Il sottotenente, si trovava in compagnia di un altro carabiniere quando arrivarono tre malviventi, uno dei quali armato di pistola. Il tenente Marco Pittoni intimò di arrendersi, i malviventi, in pochi attimi iniziarono a sparare contro i Carabinieri. Marco Pittoni fu colpito da due proiettili, alla gola e all'addome.
INTERVENTO CHIRURGICO- Il Tenente, colpito alla gola e all'addome, venne trasportato in gravi condizioni, anche per la copiosa perdita di sangue, al policlinico Umberto I di Nocera Inferiore dove fu sottoposto a una delicata operazione. Ma non c'è stato nulla da fare. Morì poco dopo un'operazione chirurgica. Una tragedia per un bottino davvero magro: appena 3 mila euro.
NON HA ESTRATTO L’ARMA- «Il sottotenente Marco Pittoni ha intimato di abbassare le armi ma non ha estratto la sua pistola di ordinanza perché avrebbe messo in pericolo l'incolumità dei presenti».
GIORGIO NAPOLITANO- «Ancora una volta un luttuoso evento colpisce l'Arma dei Carabinieri impegnata quotidianamente nell'azione di prevenzione e contrasto alla criminalità - scrive il presidente Napolitano in un messaggio al comandante generale dell'Arma Gianfrancesco Siazzu -. Il sottotenente Marco Pittoni è deceduto, nell'adempimento del dovere, per impedire una rapina sacrificando la propria vita a difesa dell'incolumità dei cittadini. Nella dolorosa circostanza desidero esprimere a lei la mia solidale vicinanza, pregandola di partecipare ai familiari della vittima i sentimenti del mio profondo cordoglio».
Il 14 maggio del 2009 gli fu conferita la Medaglia d'oro al valor militare con la seguente motivazione.
“”Con ferma determinazione, esemplare iniziativa e insigne coraggio, presente in abiti civili per indagini di polizia giudiziaria all'interno di un ufficio postale, non esitava ad affrontare due malviventi sorpresi in flagrante rapina e, senza fare uso dell'arma in dotazione per non compromettere l'incolumità delle numerose persone presenti, riusciva a immobilizzare uno di loro. Aggredito proditoriamente alle spalle da altro rapinatore, ingaggiava una violenta colluttazione, nel corso della quale veniva raggiunto da un colpo d'arma da fuoco. Benché gravemente ferito, tentava di porsi all'inseguimento dei malfattori in fuga prima di accasciarsi esanime al suolo. Fulgido esempio di elette virtù militari e altissimo senso del dovere, spinti fino all'estremo sacrificio.””
Alla sua memoria sono state intitolate: 11 novembre 2010, una sala del Centro Alti Studi per la Difesa con sede in Roma - Palazzo Salviati; Il 26 maggio 2011, la Caserma sede del Comando Stazione Carabinieri di Giba (CA). e dal 1° ottobre 2020 una via di Sondrio porta il suo Nome. (vedi cerimonia)
Riflessione “”Essere un Carabiniere non è soltanto indossare una bella divisa e delle belle mostrine, non è indossare un grado per assumere una posizione di vantaggio sugli altri, non è rispetto indiscusso dalla collettività, non è solo soddisfazione...
L'Arma poche volte elogia, men che meno è fatta esclusivamente di soddisfazioni. Non è il RIS, il ROS e i fotomodelli che guardiamo nelle Fiction in TV...
L'Arma è sacrificio, tante volte è mettere gli altri davanti a se stessi ed ai propri cari. Essere un Carabiniere significa non aspettarsi mai nulla in cambio di ciò che si sta facendo, anche se per il bene altrui. Essere un Carabiniere significa uscire la mattina di casa, senza avere certezza di potervi fare ritorno la sera...””
giopugli